Storia della Canapa
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La Canapa nella storia



Nel XIV sec. dopo Cristo compaiono in Cina le prime testimonianze scritte sugli usi terapeutici dei semi di canapa. Queste attribuivano loro molteplici proprietà. Il consumo regolare di semi di canapa garantiva una costituzione sana ed una lunga vita. I semi di canapa venivano somministrati specificatamente anche nel caso di problemi legati al ciclo mestruale, stitichezza o tendenza all’intestino pigro, vomito, avvelenamento. Semi, olio e succo della pianta venivano anche usati esternamente per la cura di malattie della pelle, ferite aperte. L’uso dei semi in Europa è riconducibile a tempi antichi. Nell’antica Grecia e nell’antica Roma si utilizzavano semi di canapa ed olio di canapa, oltre a decotti di radici di canapa, già nel I sec.dopo Cristo, quali medicamenti per uso esterno ed interno. I semi erano considerati un accertato rimedio per la cura del mal d’orecchie, causato dall’otturazione del canale auricolare. In altre zone dell’Europa è noto l’uso della canapa dall’inizio della nostra storia. Ritrovamenti antichi con la presenza di semi di canapa ci sono stati in Polonia,e nell’attuale Germania. La prima citazione scritta della canapa si trova nel Capitulare di Carlo Magno (ca. 800 d.C.).Gli uomini dell’alto medioevo hanno usato soprattutto la fibra della pianta, per ricavarne resistenti tessuti per l’abbigliamento e per l’uso tecnico (cordami, vele,..). Contemporaneamente venivano usati i nutrienti semi di canapa sia come alimenti di per sé, che come semi da olio.


Materie prime ricavabili



La canapa è una pianta dal fusto alto e sottile, con la parte sommitale ricoperta di foglie, e può superare i 4 metri d'altezza. La parte fibrosa del fusto si chiama "tiglio" e la parte legnosa "canapolo". La canapa può essere coltivata per due scopi principali: per la fibra o per i semi. Se si coltiva la canapa per la fibra tessile il raccolto va fatto subito dopo la fioritura, si possono ottenere fibre tessili (20%), stoppa (10%) e legno o canapolo(70%). Se invece si coltiva la canapa per i semi occorre aspettare la maturazione degli stessi, e la parte fibrosa o tiglio risulta inadatta per l'uso tessile. Una importante caratteristica della pianta di canapa è la sua produttività. E' la pianta più produttiva in massa vegetale di tutta la zona temperata: una coltivazione della durata di tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di bosco in un anno. Oltretutto, data la sua velocissima crescita, essa sottrae la luce e soffoca tutte le altre erbe presenti sul terreno, e lo libera quindi da tutte le infestanti meglio di quanto non sappiano fare i diserbanti.

TESSUTI
La pianta di canapa é più produttiva in fibra tessile del cotone, inoltre la sua la fibra è molto più robusta e dura più a lungo. Attualmente può essere lavorata in modo da renderla sottile quanto si vuole, e viene proposta in sostituzione del cotone e delle fibre sintetiche.

SEMI E OLIO
Per il loro valore nutritivo i semi di canapa sono stati proposti come rimedio alla carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo.Le qualità dell'olio di canapa sono eccezionali. E' particolarmente ricco di grassi insaturi ed è l'ideale per correggere la dieta dell'uomo moderno e per prevenire le malattie del sistema cardiocircolatorio, inoltre può essere efficacemente utilizzato per uso esterno. Altrettanto straordinarie sono le proprietà di questo olio per gli usi industriali: non a caso è stato paragonato all'olio di balena. Le vernici fabbricate con questa materia prima, oltre a non essere inquinanti, sono di alta qualità. Con l'olio di canapa si possono inoltre fabbricare saponi, cere, cosmetici, detersivi (veramente biodegradabili), lubrificanti di precisione ecc.

CARTA
Una volta estratta la fibra tessile o dopo aver raccolto di semi, rimangono la stoppa più la parte legnosa o canapolo, che non si possono considerare solo un semplice sottoprodotto, ma un'altra importante materia prima. Con la stoppa si può fabbricare carta di alta qualità, sottile e resistente. Con le corte fibre cellulosiche del legno si può produrre la carta di uso più corrente, come la carta di giornale, i cartoni ecc.Fare la carta con la fibra e il legno della canapa comporta importanti vantaggi: innanzitutto per la sua enorme produttività in massa vegetale; un altro grosso vantaggio della canapa è costituito dalla bassa percentuale di lignina rispetto al legno degli alberi, che ne contengono circa il 20 % oltread un'analoga percentuale di sostanze leganti.Attualmente le grandi cartiere utilizzano solo il legname degli alberi. Il processo per ottenere le microfibre pulite di cellulosa, e quindi la pasta per la carta, prevede l'uso di grandi quantità di acidi che servono per sciogliere il legno. Questa operazione, ad un tempo costosa ed inquinante, non è necessaria con la carta di canapa ottenuta dalla sola fibra, e per quanto riguarda il legno di acidi ne servono meno della metà. Inoltre la fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne ottiene è già stampabile. E per renderla completamente bianca è sufficiente un trattamento al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece dei composti a base di cloro necessari per la carta ricavata dal legno degli alberi.

MATERIALI PLASTICI
Con la cellulosa di cui la pianta è ricca, attraverso un processo di polimerizzazione, si possono ottenere materiali plastici pienamente degradabili che, se in molti casi non possono competere con le sofisticate materie plastiche di oggi, hanno comunque fin dall'inizio una serie di usi importanti per imballaggi, isolanti e così via.

COMBUSTIBILI
La canapa, per la sua alta resa in massa vegetale, è considerata anche la pianta ideale per la produzione d i combustibili da biomassa in sostituzione dei prodotti petroliferi.


 

Semi e olio di Canapa



I semi di canapa appartengono senza dubbio alla categoria di semi da olio di maggiore importanza alimentare e fisiologica. Da secoli vengono usati per l’alimentazione umana. Fino all’epoca della seconda Guerra l’olio di canapa era un noto olio vegetale. Solo dopo alla Guerra la canapa venne messa da parte in seguito al proibizionismo mondiale della Marijuana. Da circa dieci anni assistiamo ad un suo diffondersi nelle varietà povere di sostanza stupefacente, come materia prima e base per la produzione di fibre e seme di alta qualità. Oggigiorno semi di canapa da coltivazioni certificate e ed olio di canapa spremuto a freddo vengono offerti nei negozi di prodotti naturali, supermercati, farmacie e negozi specializzati con i prodotti da canapa. La scienza ha scoperto l’elevato valore dell’olio di canapa solo negli ultimi anni e profetizza alla canapa oggi un grande futuro come pianta da olio.


QUALI SONO LE PECULIARITA’ DEI SEMI E DELL’OLIO DI CANAPA?

I semi di canapa contengono tutti gli otto aminoacidi essenziali. L’organismo umano è in grado di ricavare ed elaborare dalle proteine della canapa tutte le proteine di cui abbisogna. La vitamina B ed E sono presenti in grande quantità nei semi di canapa. L’olio di canapa contiene una percentuale insolitamente alta di acidi grassi polinsaturi (circa il 90%), che hanno una importanza fondamentale per l’alimentazione umana. In particolare gli essenziali acidi linoleici (50-70%) ed alfa linolenici sono particolarmente rilevanti. Da 10 fino a 20 grammi di olio di canapa sono sufficienti per coprire il fabbisogno giornaliero di questi acidi grassi di un organismo umano. I semi di canapa e l’olio di canapa rappresentano con questi componenti un alimento particolarmente prezioso dal punto di vista fisiologico-alimentare. Inoltre ci sono molti possibili impieghi terapeutici.

Particolare attenzione merita in questo contesto un ulteriore componente. La canapa rientra nella categoria ristrettissima di piante da olio i cui semi contengono l’acido gamma linolenico (GLA: 2-4%). la carenza di acidi gamma linolenici può condurre a disturbi della sintesi della prostaglandina.Con l’immissione per via alimentae di questi acidi gamma linolenici si possono risolvere questi disturbi di ricambio dei grassi.

L’assunzione di acidi gamma linolenici può inoltre influenzare positivamente diversi disturbi, tra cui la neurodermite, la sindrome premestruale, l’artrite reumatoide, la neuropatia diabetica, per citare solo gli ambiti d’utilizzo più importanti. L’azione si basa soprattutto sul miglioramento della formazione della prostaglandina.

L’acido alfa linolenico ha efficacia simile a quella dell’olio di pesce, e può quindi essere utilizzato nei casi di malattie del sistema circolatorio e di infiammazioni croniche.

SEMI DI CANAPA

Dal punto di vista botanico si tratta dei frutti della canapa, di una piccola noce, ricoperta di uno strato sottile, lucido e duro. I semi, ricchi di sostanze nutrienti, sono marroni fino a grigio-neri, talvolta anche di color verde-grigio. Il diametro dei semi di canapa è in media dai 3 ai 4 mm.

Contengono mediamente 28 – 35% di sostanza grassa, 30 – 35% di carboidrati, 20 – 24% di proteine ed un’elevata percentuale di vitamina B, rispetto ad altri alimenti di origine vegetale, (in particolare della vitamina B1 e B2), di vitamina E, calcio, magnesio, e ferro. Il contenuto delle sostanze nutritive assimilabili è in media del 29% degli oli, del 13% delle proteine e del 17% dei carboidrati.

Il contenuto di proteine dei semi di canapa è di circa 20-24% ed è quindi, paragonato ad altri semi da olio, come per esempio i semi di lino con il loro contenuto di proteine di 18%, alquanto elevato. Le proteine vengono suddivise nei loro componenti costitutivi, gli aminoacidi, nel tratto stomaco-intestino. Il valore nutritivo di una proteina viene definita essenzialmente dalla composizione degli amminoacidi. Otto di questi 21 aminoacidi non sono prodotti dall’organismo umano, devono essere assunti dall’esterno perché l’organismo abbia a disposizione le proteine indispensabili in quantità sufficiente. Questi otto amminoacidi vengono quindi denominati essenziali.

Una proteina qualitativamente secondaria ha un contenuto di amminoacidi essenziali sfavorevole, cioè non ne ha affatto o in quantità ridotte. Per esempio la soia contiene fino al 48% di proteine, ma mancano alcuni amminoacidi essenziali. Il fabbisogno umano di proteine non può venir coperto dalla soia.

La canapa contiene con il 20-24% solo la metà delle proteine totali contenute nella soia, tuttavia sono presenti tutti ed otto gli amminoacidi essenziali. La proteina è dunque qualitativamente superiore nella canapa rispetto alla soia. Dalle proteine dei semi di canapa l’organismo umano può trarre tutte le proteine essenziali.

Qual è il fabbisogno giornaliero di un adulto in fatto di proteine? Questo fabbisogno oscilla, a seconda del peso corporeo e dell’attività fisica, tra i 45 ed i 120 grammi al giorno, per aumentare in presenza di attività molto pesante. Un piccolo confronto: con circa 300 grammi di semi di canapa si assimilano 60-70 grammi di proteine.

Accanto alle proteine gli acidi grassi sono i componenti più importanti dei semi di canapa. Dai semi si estrae un prezioso olio con caratteristiche fisiologico-alimentari eccellenti ed un gusto caratteristico.

Dai preziosi semi di canapa si estrae un olio altrettanto pregiato tramite un processo di spremitura molto delicato. Essendo racchiuso in una “buccia” dura, il seme viene protetto da fattori esterni, in particolare acidi e luce. Per la produzione di olio il seme viene spremuto fino alla fuoriuscita dell’olio. Qui è necessaria una certa cautela. Con la spremitura si innalza la temperatura e con un elevarsi eccessivo le proteine ed i grassi si modificano. Tanto le proteine quanto gli acidi grassi polinsaturi reagiscono alle temperature elevate.

Le proteine si snaturano a partire da temperature superiori ai 40°, si modificano nella loro struttura chimica. Questo può condizionare l’assimilazione degli amminoacidi. Per quanto riguarda i grassi contenenti acidi grassi insaturi, a partire da temperature di 50° avvengono delle modificazioni. Le catene doppie vengono interrotte e si trasformano negli acidi grassi saturi, meno preziosi dal punto di vista fisiologico ed alimentare. Nella spremitura dunque le temperature non dovrebbero salire oltre i 40°. Se si raggiungono inoltre temperature assai più elevate, come per esempio se si fa friggere l’olio, si a vrà come conseguenza l’insorgere di sostanze tossiche.

Il risultato della spremitura a freddo dei semi di canapa è un olio di qualità con un caratteristico gusto ed il colore altrettanto tipico, verde, dell’olio di canapa. A causa del limitato sviluppo di calore durante la spremitura si mantengono inalterati i valori dei suoi preziosi componenti. I più importanti sono gli acidi grassi polinsaturi, i linoleici e l’alfa-linoleico, oltre al raro gamma-linolenico,alle proteine ed alle vitamine.

Gli acidi linolenici ed alfa-linolenici sono acidi grassi essenziali, cioè non vengono prodotti dal nostro organismo, eppure sono vitali, da ricercare necessariamente negli alimenti.

Lo svantaggio di questo processo di spremitura consiste nel quantitativo relativamente basso di olio prodotto, rispetto alla spremitura a caldo o a quella tramite solventi chimici.

Ci pare importante sottolineare che Verdesativa utilizza solo ed esclusivamente olio di canapa prodotto da semi di propria produzione.Questi semi, coltivati in azienda biologica certificata, vengono spremuti a freddo in un oleificio biologico, per salvaguardare la qualità eccezionale di quest’olio e soprattutto per garantire l’elevato standard qualitativo dei propri prodotti.

Nell’ottica di una diffusione progressiva della cultura della canapa, Verdesativa si propone di inserire sul mercato anche l’olio alimentare di Canapa, che viene apprezzato per le sue virtù terapeutiche in molti paesi stranieri. Sperimentazioni ad altissimo livello si stanno effettuando per la cura di disturbi di lieve o anche gravissima entità come per esempio di dermatiti atopiche, psoriasi, acne, disturbi cardiovascolari, artrite reumatoide ed altri disturbi infiammatori, osteoporosi, PMS, menopausa, sclerosi multipla, diabete, depressione cronica, postparto, ecc….. Questi studi vengono portati avanti faticosamente, anche perché la ricerca scientifica è finanziata dall’industria farmaceutica, che non ha uno specifico interesse nello sviluppo di un rimedio naturale, economico ed alla portata di tutti.

 

 

 

 

 

 

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